Diario di viaggio, Den Haag. – Day 285, aneddoti #3.

Se siete di fretta e in ritardo per scuola o qualsiasi altra cosa voi dobbiate fare e siete in bici, fermatevi in ogni caso ai semafori.
E no, non lo dico per una questione di pericolo (da non sottovalutare ovviamente), lo dico perché potrete anche conoscere benissimo la strada e vederla vuota, decidendo di passare per poi convincervi di aver risparmiato tempo, ma, dopo nemmeno venti metri, sarete fermati dalla polizia che vi chiederà perché non avete smesso di pedalare davanti a ben due semafori diversi.

In quel momento penserete velocemente a due opzioni:
– rispondere e continuare normalmente la conversazione
– far finta di non capire l’olandese e chiedere di ripetere in inglese, con relativa faccia da “sono straniero, non capisco nulla”

Alla fine, vi renderete conto che la situazione è già molto ridicola così e che voi sembrerete scemi in ogni caso, quindi deciderete di rispondere in olandese e direte “sono in ritardo per scuola”, loro (un poliziotto sceso dalla macchina e l’altro che vi guarda dal finestrino aperto) vi chiederanno prima che scuola facciate e poi vi chiederanno di mostrare la carta d’identità.
E allora via a cercare la carta d’identità in qualche angolo nascosto dello zaino, per poi trovarla e mostrarla con un’espressione che vorrebbe dire qualcosa tipo “sì però muoviti perché io ero già in ritardo e ci mancavi solo tu”. Il poliziotto osserverà la vostra carta come se fosse un reperto archeologico e vi guarderà stranito, dato che la carta d’identità italiana è una delle poche al mondo ad essere ancora cartacea. La guarderà sconvolto, cercherà di capirci qualcosa, vi chiederà “da quanto tempo sei in Olanda?” e voi risponderete “da agosto, sono un’exchange student” quasi con le lacrime agli occhi perché nel frattempo vi siete ricordati non solo di essere in ritardo, ma di dover fare una presentazione di storia che avete preparato ieri notte alle 2, perché prima avevate dovuto studiare per il compito di chimica che ovviamente non poteva mancare in una giornata meravigliosa come questa. A questo punto, il poliziotto vi restituirà la carta d’identità, farà una smorfia in segno di compassione e con un cenno del capo vi farà capire che potete finalmente andare. E, per concludere, vi urlerà un “sta’ attenta ai semafori però”.

Morale: fermatevi sempre ai semafori perché no, non risparmierete trenta secondi o giù di lì, anzi, ci rimetterete almeno cinque minuti.

Vi lascio una foto del tramonto di ieri sera che, in realtà, non ci azzecca proprio niente con la nebbia di stamattina che ha accompagnato tutta la scena.
image

Precedente Diario di viaggio, Den Haag. - Day 224. Successivo Parola di viaggiatore.